Pedemontana, risultati allarmanti: diossina oltre i limiti
Alla fine, anche se in ritardo, Pedemontana ha reso noti i risultati dei carotaggi, eseguiti tra maggio e giugno e commissionati per quantificare il livello di diossina presente nei terreni dei comuni interessati dalle future tratte B2 e C. Gli esiti hanno confermato le aspettative (i timori) delle amministrazioni, degli ambientalisti e di molti cittadini: la contaminazione da Tcdd, derivata dall’incidente dell’Icmesa del 1976, c’è. Non solo: il superamento dei parametri consentiti, che è stato registrato anche nelle ex zone A (nei pressi della superstrada Milano-Meda) e R (la zona “di rispetto”), arriva al 40% in più rispetto al livello massimo per quel che riguarda i campioni prelevati nella ex zona B (quella a maggior contaminazione dopo la A, l’area evacuata ora completamente bonificata dove sorge il Bosco delle Querce).
Mercoledì 19 ottobre i sindaci dei comuni interessati e i portavoce di Pedemontana si riuniranno in Regione per discutere i risultati. «Sarà un incontro fondamentale – dichiara Piermario Galli, sindaco di Barlassina -. Visti i risultati, Regione Lombardia e Pedemontana dovranno prendere atto che la bonifica è fondamentale.
Ora i problemi da risolvere sono due: la mancanza di soldi e la questione diossina». «C’è ancora da discutere su come fare la bonifica – aggiunge il primo cittadino di Seveso, Paolo Butti -. Da parte nostra ci sarà la massima attenzione perché la bonifica avvenga in totale sicurezza per la salute dei cittadini».
«Arpa chiede altre analisi, già previste, che Pedemontana non ha ancora fatto – precisa Gianni Del Pero, il geologo incaricato dai comuni di Barlassina, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Desio e Seveso di monitorare i campionamenti -. Pedemontana, inoltre, avrebbe dovuto presentare, insieme ai risultati, una proposta di intervento. Al momento quei dati confermano la situazione di rischio legato all’escavazione: Pedemontana deve trovare delle alternative e illustrarle a Regione e comuni». Secondo Del Pero, le possibilità sono tre: la bonifica, la messa in sicurezza dei terreni interessati dal tracciato dell’autostrada, o la modifica del progetto, che potrebbe prevedere lo spostamento o l’innalzamento del tracciato. Ma Pedemontana potrebbe davvero fermarsi a Lentate a causa della diossina? «Lo vorrebbero gli ambientalisti, ma non è così semplice – conclude Del Pero -. Per ora abbiamo solo i dati: dobbiamo vedere come li interpreteranno loro, e che conseguenze daranno».
Nella giornata di lunedì 17 ottobre, i comuni di Seveso, Cesano Maderno, Desio, Bovisio Masciago e Barlassina hanno diffuso un comunicato per affermare ancora una volta che nessun intervento potrà essere effettuato senza il consenso delle amministrazioni. Assente, ancora una volta, il comune di Meda, che, guidato dal sindaco Gianni Caimi, si è da tempo staccato dal gruppo dei sindaci della B2.
Pedemontana
Sul Cittadino del 15-10-016 vengono ripresi i punti del comunicato di Insieme in Rete relativo all'incontro tra APL, CAL e i Sindaci sulla Pedemontana.
L'associazione Micologica "Bresadola" organizza l'incontro divulgativo a cura di esperti micologi "I funghi del bosco delle querce" il 14 ottobre alle ore 21.
Vi proponiamo una serie di incontri e seminari con Pietro Bartolo, medico di Lampedusa.
L'associazione "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile" parla della Pedemontana
Vacanza Legambiente- Un'esperienza da ricordare
Eccoci arrivati a ottobre e dopo ben quattro mesi dalla vacanza abbiamo tutti ripreso la routine autunnale tra scuola e lavoro. Per ricominciare al massimo abbiamo pensato di ricordare in breve l’esperienza fatta a giugno, la vacanza itinerante. I ragazzi sono stati contenti del risultato di quei giorni nonostante abbiano anche svolto delle piccole mansioni per tenere vivo l’interesse alla natura che da sempre Legambiente cerca di trasmettere ai giovani. Di seguito il diario degli spostamenti...
Giorno 1- Lunedì 27 Giugno
Arrivo a Verceia poi con passaggio in macchina, abbiamo camminato 800m, località di piazzo fino alpeggio di nave a 1450m, sotto il sole delle 13.30 in poi dove abbiamo dormito in tenda davanti al alpeggio della zia di Lorenza.
Giorno 2- Martedì 28 Giugno
Da Alpeggio di Nave a Rifugio di Frasnedo, al mattino lavori ambientali di sistemazione del sentiero con raccolta sassi, nel pomeriggio spostamento abbastanza breve di un’oretta e mezza attraversando la vallata scendendo di quota a circa 1350m, dove abbiamo pernottato al bivacco del rifugio di Frasnedo.
Giorno 3- Mercoledì 29 Giugno
Da Frasnedo a Codera, camminata molto lunga 12-13 km, di cui 10 km in pianura e con il finale affrontando una secca salitaper giungere Codera, partiti verso le 10 di mattina con meteo variabile nuvoloso ed arrivati circa alle 14.30 del pomeriggio molto stanchi. Pernottamento a casa di Marcella, in una stanza con tutti i ragazzi.
Giorno 4- Giovedì 30 Giugno
Tutto il giorno a Codera, mattina lavori ambientali tra cui togliere le codifere dalle piante di patate, le erbacce dall’insalata ecc. con successiva continuazione dopo pranzo. Nel pomeriggio era prevista una passeggiata al fiume ma i ragazzi, ormai stanchi, hanno proposto di rimanere nell’abitazione e su proposta degli accompagnatori di visitare i due musei della montagna di Codera. La sera ai ragazzi è stato dato modo di riposarsi e di fare attività di gruppo come ad esempio giocare a carte. Pernottamento ancora a casa di Marcella.
Giorno 5- Venerdì 1 Luglio
Ultimo giorno, tutti molto esaustie felici di poter ritornare ognuno nella propria casa. Con l'aiuto dei ragazzi abbiamo sistemato l'abitazione e poi siamo ripartiti per una luna discesa verso Novate Mezzola dove, con il treno, siamo giunti alla stazione di Seveso.
IL FUTURO:
Legambiente sarebbe felice di proporre altre vacanze per giovani ragazzi, magari con un numero più limitato in modo da fare attività più mirate e gestite meglio.
Ringraziamo tutti i ragazzi per aver partecipato, e speriamo che il pensiero dell’importanza degli spazi verdi che gli operatori hanno cercato di far capire sia arrivato e sia stato colto dai nostri meravigliosi ragazzi.
Alla prossima !
La storia dell'Oasi naturalistica Fosso del Ronchetto
Caro Peppo,
tre soggetti notevoli di questa vicenda sono il/la giornalista che ha redatto l’articolo, tu che ti sei incuriosito, sei andato a vedere e ci hai fatto sapere la tua opinione ed io che mi appresto a risponderti dal fresco della Valsassina.
Forse, per competenza naturalista e capacità di scrittura, non sono il più qualificato a risponderti ma in qualità di pensionato e volontario, con più tempo a disposizione di altri e molto informato sui fatti in quanto coordinatore (da circa 8 anni) del gruppo di volontari (soci legambiente, wwf e cittadini di Seveso) che da oltre vent’anni si occupa della manutenzione forestale e dei sentieri del “Fosso delRonchetto“, mi appresto a farlo.
La/il giornalista ha redatto quell’articolo (che non ho letto) in seguito ad un’intervista al volontario che da più anni segue l‘oasi (nel tempo libero dagli impegni di lavoro e dalle incombenze familiari) e non so se abbia mai visto il posto ma ha avuto fiducia nell’intervistato riuscendo a far muovere la curiosità di un lettore che si è recato a Seveso per visitare questa “Oasi Naturalistica“. Mi pare strana l’indicazione di accedere da via Marsala in quanto è l’accesso al parcheggio del Centro Diurno Disabili, la strada è sbarrata e da lì accedono all’oasi i visitatori del CDD o i residenti di via Marsala, gli accessi più utilizzati sono quelli da via Scoglio di Quarto, da via Sprelunga e da via Boves, poco male.
L’oasi naturalistica “Fosso del Ronchetto” viene istituita nei primi anni 90 soprattutto per la caparbia volontà di un giovane laureato, Damiano Di Simine, residente lì vicino che convinse altri giovani ambientalisti del WWF e di Legambiente locale a prodigarsi per salvare quel piccolo bosco terrazzato, un tempo coltivato, dove si trovavano ancora castagni, querce, noccioli, pioppi, betulle, pini silvestri faggi, carpini e tante altre essenze che l’urbanizzazione e l’utilizzo abusivo dell’area come discarica di inerti da demolizioni stavano cancellando. La sua maggiore attenzione era però per gli animali anfibi, tritoni e rane, presenti in due piccoli stagni nella parte alta dell’oasi, stagni che l’urbanizzazione delle aree circostanti avevano privato delle acque piovane di scolo dell’altopiano e che richiedevano urgenti interventi per la loro conservazione. Insieme redassero un progetto di recupero, salvaguardia e conservazione dell’area e convinsero l’amministrazione comunale ad adottarlo istituendo l’Oasi chiamata “Fosso del Ronchetto” e rinunciando al progetto di destinare l’area alla realizzazione di una sede stradale. Le forze dei giovani ambientalisti con l’aiuto dei mezzi comunali permise la bonifica dell’area e la tracciatura del sentiero di attraversamento, la concessione in comodato d’uso a WWF e Legambiente locali con a carico i lavori di manutenzione dei sentieri e di rinaturalizzazione e pulizia del bosco dai rifiuti ha garantito la conservazione, lo sviluppo e la cura dell’oasi. Qualche anno fa, con contributi provinciali, l’ERSAF ha realizzato nuovi stagni, una rete idrica per l’alimentazione nei periodi di eccezionali siccità ed effettuato abbattimenti mirati di robinie con nuove piantumazioni di essenze autoctone nelle aree liberate.
Da quando è stata istituita l’oasi, la mattina di ogni primo sabato del mese e secondo necessità anche più di frequente, un gruppo di volontari (6÷10 persone) prestano la loro opera dalle 9,30 alle 12,30 con lavori di manutenzione dei sentieri, manutenzione forestale, pulizia dai rifiuti, manutenzione degli stagni e nuove piantumazioni. Da rilevare che talvolta l’opera di manutenzione è conseguente a violenti eventi atmosferici, come quello del 16 giugno scorso che ha visto 4 grossi alberi abbattuti sul sentiero, da noi rimossi due giorni dopo, a discariche abusive (23 secchie da 25 litri vuote di prodotti chimici per l’edilizia ritrovate nell’oasi il 26 aprile) o a ripetuti atti vandalici (più di 6 nei primi 6 mesi 2016) di abbattimento di parapettature e cartelli di segnalazione (la mamma degli stupidi è permanentemente incinta), recente l’installazione di due foto-trappole per scoraggiare o individuare i responsabili.
Caro Peppo, ti garantisco che lo stato di abbandono è una falsa impressione, rami secchi e pozzanghere sul sentiero sono più che altro segnale di un recente temporale, forse ance i resti di un albero che era caduto ai margini del parcheggio CDD, l’immagine poi che debba avere una oasi naturale è dibattito anche tra i volontari c’è chi più propenso a dare valore all’ordine ed all’estetica e chi invece ad una natura più selvaggia e disordinata, di volta in volta arriviamo ad un compromesso, la sostanza della biodiversità sono le molteplici essenze arboree ed arbustive, le erbe, i fiori, i funghi, gli uccelli, i mammiferi, i rettili, gli anfibi e gli insetti (zanzare comprese) presenti nell’oasi, i cartelli non sono al top delle nostre priorità anche perché una volta ripristinati diventano bersaglio delle bombolette di vernice spry.
Ci farai cosa gradita incontrandoci in una delle giornate di lavoro, in agosto faremo solo qualche ispezione senza orari precisi con cesoia per registrare i rovi ma da sabato 3 settembre dalle 9,30 alle 12,30 si ricomincia, salvo rinvio al sabato successivo in caso di maltempo. All’ingresso da via Boves alle 9,30 o prima alle 9,00 alla “Petitosa” in via dei Castagni, 1 per recuperare volontari ed attrezzi, soddisfatti o rimborsati.
Ti manderò per conoscenza email di convocazione e se mi lasci il numero di cellulare ti invierò eventuale sms di rinvio per maltempo alle 8,00 del sabato.
Un cordiale saluto da Maurizio Zilio ed anche da Alberto, Alessandro, Elias, Faruk, Gianni, Luigi, Maurizio B., Milos, Vittorio e Romano, i ronchettari.
INSIEME IN RETE SCRIVE AL MINISTRO DELRIO SU PEDEMONTANA LOMBARDA
Giovedì 30 giugno 2016 si è tenuta presso il Centro Ricreativo La Petitosa di Seveso la conferenza stampa di Insieme in rete per uno Sviluppo Sostenibile. Il coordinamento ambientalista ha presentato il rapporto scritto al Ministro Delrio relativamente all'autostrada Pedemontana Lombarda chiedendone il definitivo stralcio dalle opere previste dalla legge Obiettivo. A tema l'annosa e irrisolta questione diossina e la tutela del territorio.
Di seguito pubblichiamo una breve sintesi dell'incontro e i documenti presentati.
Insieme in rete scrive al Ministro Delrio
Pubblichiamo l'invito alla conferenza stampa che si terrà giovedì 30 giugno alle ore 12.30 presso il Centro ricreativo La Petitosa via dei Castagni 1 Seveso.
Scarica l'invito in pdf
A QUARANT'ANNI DALL'INCIDENTE ICMESA ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE
il testo di presentazione del post: Pubblichiamo qui di seguito un contributo di Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente di Meda sulla memoria dell'incidente ICMESA del 1976. In questa ricorrenza dei 40 anni dall'incidente cogliamo l'occasione per ricordare che nel 2008 Regione Lombardia ha approvato la cosiddetta "Legge Cattaneo", dal nome del suo promotore Raffaele Cattaneo tuttora presidente del Consiglio regionale, che ha concesso la deroga sul precedente vincolo di totale salvaguardia del Bosco delle Querce. Questo atto ha poi permesso la possibilità di sbancamento per l'Autostrada Pedemontana. Nella celebrazione del 10 luglio 2011 più di mille donne e uomini hanno voluto difendere il Bosco delle Querce da questo scellerato progetto raccogliendosi in un simbolico abbraccio della sua porzione medese. Oggi il Bosco delle Querce è parzialmente salvo, ma il territorio di Seveso è ancora sotto la minaccia del passaggio dell'autostrada Pedemontana nella zona contaminata da diossina. La memoria deve essere utile al tempo presente.
per approfondire: SEVESO +40: LA MEMORIA ....... CORTA